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Turismo, esperienze e cibo: la valorizzazione del territorio in ottica esperienziale attraverso l’home food.

01 Ott

homefoodIl patrimonio gastronomico come volano dello sviluppo turistico territoriale.

Secondo le previsioni del Piano Blu per il Mediterraneo (M.A.P.), nel 2025 il numero dei turisti crescerà fino a 350 milioni. In tale prospettiva quali possibilità hanno le aree economicamente deboli ma a forte valenza culturale se i minori costi dei mercati stranieri sono già tali da escluderle a priori da qualsiasi capacità attrattiva del turismo di massa?

La valorizzazione del ricco patrimonio gastronomico costituisce il principale punto di forza e di maggiore appeal per i soggetti non locali. Il cibo e la gastronomia, infatti, occupano il quarto posto (dopo il clima, la sistemazione e il paesaggio) nella graduatoria dei fattori che rendono attrattiva una meta, e sono l’ultima cosa di cui il turista decide di spendere meno. In questo modo la cucina tipica, oltre ad essere una piacevole attività sensoriale, si trasforma in uno strumento di marketing turistico per le destinazioni. Le specialità tipiche e l’arte della loro preparazione, in altri termini, diventano punto di unione tra l’autenticità di un territorio ed il turista, sempre più desideroso di proposte genuine, partecipative e strettamente collegate alle specificità del territorio che visita.

L’home food per la creazione di esperienze turistiche.

Nella prospettiva del turista moderno alla ricerca di continue e nuove emozioni e di nuovi modi di essere, la domanda di tipicità locali si trasforma in domanda di esperienze ed eventi culturali. Ed è in queste profonde trasformazioni che l’offerta deve misurarsi nelle politiche di prodotto innovative di livello superiore a quelle tradizionali. La sfida in questo caso consiste nel trasformare la tavola dei luoghi in proposte che esaltino la componente sensoriale gastronomica, attraverso iniziative di valorizzazione delle pietanze tipiche ispirate alla logica tesa ad enfatizzare la dimensione esperienziale della loro preparazione e della loro degustazione.

In quest’ottica l’home food di “Cucina Siciliana” nasce come iniziativa pilota, pensata in ambito territoriale, che strutturi una metodologia per la creazione di “itinerari del gusto” come strumento di fruizione dinamica del territorio, per la promozione di aree, saperi e tradizioni. Da questo punto di vista, un sistema di itinerari studiato sulla base di “percorsi cucinari”, fruibili grazie all’opera meritoria di una rosa di “Cummari” (abili massaie esperte di cucina tradizionale locale), che apertamente ospitano a casa propria quanti ancora amano cingere un grembiule e condividere con loro l’elaborazione delle pietanze tipiche, favorisce l’interazione con i residenti e l’approccio ad uno stile alimentare proprio di chi non nega il piacere, ma lo coltiva, di chi instaura intensi rapporti con la radice delle cose, di chi riconosce l’importanza della cultura degli elementi, della materia e della convivialità, disponendo di aspetti di unicità e di differenziazione intrinseca di gran lunga più rilevanti di quelli offerti da qualsiasi altra esperienza gastronomica.

Questi percorsi data l’alta componente immateriale di cui sono costituiti, per la preponderante parte attribuita alla dimensione esperienziale della preparazione dei piatti tipici (dagli attrezzi ai procedimenti di lavorazione, dalle antiche ricette familiari alla realizzazione delle pietanze), possono considerarsi come un’offerta turistica innovativa che punta sugli aspetti sensoriali e, attraverso essi, sull’immersione nel contesto di un’esperienza gastronomica olistica, unica ed autentica. Assumendo la prospettiva esperienziale è evidente come lo strumento dell’home food possa considerarsi modello di riferimento per lo sviluppo turistico di quel territorio, e soprattutto delle sue zone interne, che un tempo fu la terra degli Elimi, ove la gastronomia locale rappresenta una delle declinazioni del modello alimentare mediterraneo, differenziando le destinazioni rispetto alle altre località concorrenti e consentendo ai turisti di visitare non solo luoghi nascosti e fuori dai circuiti tradizionali, ma anche di uscire dai modelli alimentari omologanti della società contemporanea, dando loro l’opportunità di affermasi, di distinguersi ed, in certo modo, di emanciparsi da comportamenti massificati ed anonimi.

Il tematismo e la creazione di valore.

Senza approfondire la struttura di marketing e comunicazione associata alla preparazione del cibo ed alla sua degustazione in ambiente domestico che, per natura, è un prodotto specifico tale da catturare la curiosità e l’intelletto del visitatore, è facile notare come l’home food si basi sostanzialmente sul concetto di “tema”. Questo elemento, nelle aspettative dei turisti consumatori, assume una estrema rilevanza. Mentre, infatti, nel caso della promozione di offerte gastronomiche da parte dell’industria della ristorazione di massa notiamo normalmente la concorrenza di una pluralità di fattori verso la costruzione di un prodotto “economico” e vendibile, nei “percorsi cucinari” proposti dalle Cummari di Cucina Siciliana ci si trova, normalmente, in presenza del preponderante fattore “tematismo” il quale, fatte salve poche e riconosciute eccezioni dovute a scarsa consapevolezza delle popolazioni locali, fa già parte dell’identità di una data area geografica ed è, quindi, suscettibile di riconoscimento, valorizzazione, fruizione sociale e turistica. L’identità del prodotto turistico è il primo valore, da ricercare prima della commercializzazione e oltre la sua semplice vendita.

L’individuazione e la valorizzazione del “tema territoriale” nella Dieta Mediterranea e nel mondo della gente che la genera e che scrupolosamente ne custodisce la matrice, non coincidente con lo “sfruttamento in senso stretto” dei beni del patrimonio agroalimentare locale, concetto troppo riduttivo e in taluni casi inapplicabile o inaccettabile, diviene allora elemento qualificante i “percorsi cucinari”. Soltanto in questi termini si possono ravvisare gli estremi e le condizioni per definire l’home food di “Cucina Siciliana” un prodotto turistico equilibrato, globale, sostenibile e accettabile socialmente oltreché economicamente.

Antonello Filippazzo

 
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Pubblicato da su 01/10/2015 in cibo, Eventi, Turismo

 

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